COME SPIEGARE IL SECONDO COMANDAMENTO AD UN BAMBINO?

L’uomo come essere sociale è indissolubilmente legato alla società. Nella vita di ogni genitore arriva un momento in cui il suo bambino entra in questa società e assorbe da essa molte cose inutili. Qui parleremo del comandamento «Non nominare il nome di Dio invano.»

Il bambino viene mandato all’asilo e dopo un paio di giorni pronuncia una frase che i suoi genitori non hanno mai pronunciato davanti a lui. E se un adulto è consapevole della gravità di questa unità fraseologica, allora come spiegare la sua serietà a un bambino?

Generalmente, per un bambino, il principale esempio e fonte di esperienze è sua madre. Andando all’asilo, il bambino dopo un minuto comincia a cercare la sua madre tra gli adulti. In caso di guai e problemi, corre subito da lei; e questo può essere usato un po’. 

Se dite semplicemente al bambino «non puoi dirlo!», lui non capirà nulla. Si domanderà «Perché no? Gli adulti dicono, ma perché io sono peggio di loro? Anch’io sono un adulto!» Quindi provate a dargli questo esempio:

«Immagina di gridare «mamma!» e la mamma risponde. Viene da te, ma si scopre che non hai bisogno di lei, che stavi solo scherzando. Dopo un po’ di tempo tu gridi di nuovo «mamma!» Lei corre di nuovo per aiutarti, ma ancora una volta non avevi intenzione di chiamarla. Si preoccupa per te ogni volta perché ti ama e ti sente ogni volta. Anche Dio ti ama e ti sente. Non Lo invocare dunque invano, ma solo quando è urgentemente necessario

Questo metodo una volta mi ha aiutato molto a capire l’importanza del secondo comandamento. Spero che aiuti anche i vostri figli. 

Forse anche voi potete trovare alcuni metodi utili per risolvere questo problema. Se avete i vostri approcci interessanti, saremo lieti se li condividerete con noi. Potete scriverci via mail o nella sezione Domanda – Risposta sul nostro sito. 

Giugno 2023
Strygina A.A.